“Surrealismo” è la prima parola che ci viene in mente di fronte a Ron Ulicny. Sculture impossibili, ma che sembrano funzionare, sono le protagoniste indiscusse del lavoro di questo artista statunitense.
Gli oggetti e i materiali più ordinari sono riproposti in chiave diversa, riconfigurati per creare cose nuove ed inaspettate, che potrebbero avere un uso innovativo e specifico. Eppure le sculture di Ulicny non hanno altre funzioni a parte quella di farci sorridere e pensare.
I pezzi esistono già, almeno nella sua mente: a lui spetta il compito di riprodurli e assemblarli. È meccanico, disegnatore e lavoratore insieme, crea con le mani e con i sensi, aggiungendo una componente viscerale ai suoi lavori.
“Viscerale” è infatti una parola che piace molto all’artista. Dà molta importanza al cuore – e anche alle interiora vere e proprie – come parte necessaria del processo creativo e anche vitale. Il corpo e i sensi sono parte integrante dell’arte volta a interpretare – o meglio reagire alla realtà.
Ulicny ci presenta quindi forme nuove e riflessive, che sono il risultato di un processo interiore che vede in perfetta armonia artista e oggetti quotidiani.
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