Nata in Australia e cresciuta in Nigeria, l’artista Nnenna Okore fa del riciclaggio il concetto chiave delle proprie opere. Gli oggetti di scarto e i materiali biodegradabili sono lavorati a formare elaborate sculture e installazioni intrecciate.
Le tecniche utilizzate dall’artista prendono spunto direttamente dalla Nigeria, con le attività quotidiane di tessitura, cucitura e tintura. Quello che Nnenna viveva e osservava in prima persona trova applicazione quindi in campo artistico, con diversi materiali.
Materiali biodegradabili e non, che comprendono carta, filati, giornali, ceramica, argilla e anche borse di plastica. È molto importante l’interazione con questi oggetti, a volte esplorati più a fondo durante la lavorazione e quindi domati, altre volte parti dominanti a governare il processo produttivo.
Lo sviluppo creativo è intuitivo e non del tutto studiato preventivamente, dato che, come detto prima, non tutti i materiali sono uguali. L’ispirazione prende vita soprattutto dalle texture, dai colori e dai paesaggi africani.
Il lavoro dell’artista si basa quindi su due filoni principali: il riciclo e l’Africa. Un riciclo che potrebbe essere scambiato come monito al consumismo, ma che vuole invece sottolineare l’importanza degli oggetti e dei materiali di scarto, della loro bellezza, della loro possibile evoluzione in qualcosa di più “alto”. L’Africa invece è sempre evidente, dalle tecniche utilizzate ai risultati stessi. Risultati che ci fanno sentire come nei villaggi, accanto alle donne che lavorano, con colori caldi e materiali tipici.
Credits: Artist’s Site, Omeka Magazine, WhiteWall