Dal 23 settembre 2016 al 22 gennaio 2017, Firenze.
Dissidente e provocatorio, Ai Weiwei è diventato un vero e proprio simbolo della lotta per la libertà di espressione. Dopo un blog chiuso dalle autorità, lo studio distrutto, l’arresto e la reclusione per 81 giorni nel 2011, con restituzione del passaporto solo nel 2015, l’artista cinese appare finalmente “libero”. È in questo senso che la mostra allestita a Palazzo Strozzi ci guida nella sua vita e nella sua storia, attraverso le opere ribelli e di denuncia che raccontano molto di lui.
I lavori di Ai Weiwei sono realizzati con oggetti di uso comune che hanno sempre un legame con la Cina. Il Paese di origine trova infatti riferimenti nelle ceramiche, nei vasi, negli animali di carta appesi al soffitto ma anche nella provocazione e ribellione contro il regime. Convivono un sottile amore e una grande critica di fondo per questa nazione.
Molti sono gli assemblaggi di materiali che sembrano partire da una singola parte, moltiplicata poi per creare un “tutto” più completo e uniforme. Ma spesso la moltitudine non è una cosa positiva. I gommoni che incorniciano le finestre di Palazzo Strozzi vogliono esorcizzare il problema e dramma dei profughi, gli zainetti ripetuti a formare un grande serpente commemorano gli oltre 5 mila bambini morti nelle scuole crollate nel terremoto del 2008 in Sichuan.
Sono presenti poi opere più politiche e controverse. Troviamo quindi i dissidenti politici fiorentini ritratti con i Lego (Filippo Strozzi, Dante Alighieri, Galileo Galiei e Girolamo Savonarola), o gli ‘Studi di Prospettiva’ (fotografie con il gesto del dito medio rivolto a luoghi o monumenti celebri).
La mostra continua in sale dedicate ai video e alle fotografie dell’artista, immergendoci nel suo mondo dall’inizio alla fine, persino con la carta da parati. Siamo catapultati nella realtà di Ai Weiwei già dalla facciata e dal cortile, per poi proseguire tra le grandi opere esposte. Un viaggio tra una moltitudine di oggetti quotidiani apparentemente innocui, impregnati invece di storia e provocazione.
Ai Weiwei. Libero: mostra organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi, a cura di Arturo Galansino.