Reinterpretazioni del passato in chiave unica e moderna: è così che ci appaiono i lavori dell’americano Evan Robarts. Un’altalena di emozioni che oscilla tra felicità e tristezza è ciò che si prefigge l’artista, catapultandoci nel suo mondo di ricordi.
Ricordi e nostalgia, nostalgia del gioco infantile così come sportivo, dei campi da basket, dei ghiaccioli sciolti in estate. È un mondo costruito con materiali usati e trovati, ognuno completo della propria patina e della propria storia e, proprio per questo, ognuno da trattare con un approccio diverso.
Gli oggetti formano dei collage scultorei, assembramenti di memorie ed emozioni dell’artista. “Realtà, materia ed energia si mostrano nel loro stato più puro e semplice”, afferma Robarts. Ci troviamo quindi di fronte ad un insieme di cose per niente casuale ma assolutamente studiato in via emozionale. Un insieme che evoca scenari positivi creati dai bei momenti passati, ma fermi nel tempo. È come se Robarts volesse catturare per sempre un attimo che c’è stato ma che non ci sarà più, sospeso nel momento del gioco – e non statico quindi -, felice ma nostalgico.
L’artista vuole quindi giocare con sentimenti contrastanti. Ciò che viene in mente con i palloni, i canestri e le ringhiere con delle palline attaccate è infatti un campetto un tempo pieno di bambini che giocavano e ora vuoto. Robarts rievoca ricordi gioiosi, colorati e infantili, ma nello stesso tempo ci catapulta nel presente. Un presente più vuoto, più adulto e che sa di una gioia infantile perduta, lasciandoci, in fondo, con l’amaro in bocca.
Credits: Evan Robarts, ISAORA – Evan Robarts’ Sport Nostalgia, The sculptural collages of Evan Robarts