La fluidità del vetro di Shayna Leib

Movimenti fluidi, morbidi, catturati nel tempo da un materiale affascinante e difficile come il vetro. Californiana e laureata in filosofia, Shayna Leib ha optato per le Belle Arti e per questo materiale, un amore vivo dall’infanzia, quando ha visto come si lavora il vetro soffiato. Lavora anche con la ceramica, la pietra e soprattutto il metallo (“I’m married to glass, but I have an affair with metal”, dice), ma il suo materiale professionale rimane il vetro. Un vero e proprio matrimonio in cui artista e materia si completano perfettamente l’un l’altra.

Crivetz, Shayna Leib, 2008. Vetro e Nickel. Foto di Jaime Young.
Crivetz, Shayna Leib, 2008. Vetro e Nickel.
Foto di Jaime Young.
Converge, Shayna Leib, 2012. Foto di Eric Tadsen.
Converge, Shayna Leib, 2012.
Foto di Eric Tadsen.

Ma nelle opere in vetro della Leib traspare anche un’ulteriore notevole passione: quella per la natura. Da sempre affascinata dall’oceano e dal mondo sottomarino, e nonostante la paura della profondità dell’acqua, ha cominciato a fare immersioni e foto subacquee. Vedere e vivere da vicino il moto delle onde, del mare e i conseguenti movimenti della flora marina le ha permesso di indagare e realizzare al meglio le sue opere.

Stiniva I, Shayna Leib, 2011. Foto di Jim Gill.
Stiniva I, Shayna Leib, 2011.
Foto di Jim Gill.
Eleuthera I, Shayna Leib, 2010. Foto di Jim Gill.
Eleuthera I, Shayna Leib, 2010.
Foto di Jim Gill.
Biochroma II, Shayna Leib, 2013. Foto di Eric Tadsen.
Biochroma II, Shayna Leib, 2013.
Foto di Eric Tadsen.

La peculiarità che l’artista ama del vetro è che può catturare un momento per sempre. Un momento fluido, leggero, ma che cambia in continuazione e che solo la morbida trasparenza di questo materiale può cogliere.

Sunset Over The Tundra, Shayna Leib, 2013. Foto di Eric Tadsen.
Sunset Over The Tundra, Shayna Leib, 2013.
Foto di Eric Tadsen.

Non esistono disegni preparatori, l’opera si crea direttamente nella mente dell’artista dall’inizio alla fine. Inizia tutto da un angolo della “tela” per poi espandersi organicamente, anche in aree diverse da quella di partenza. Un’operazione apparente confusionaria ma non per la Leib che, sperimentati altri metodi, continua a perseguire questo.

Stiniva II, Shayna Leib, 2011. Foto di Eric Tadsen.
Stiniva II, Shayna Leib, 2011.
Foto di Eric Tadsen.

Anche la variabile tempo non è da sottovalutare in questo tipo di lavori. Per una scultura ci vogliono più settimane di realizzazione e ogni singolo pezzo richiede quasi un’ora di lavorazione. Per creare tanta armonia è richiesta quindi anche molta pazienza, difficile da trovare anche per chi cerca di copiare queste opere.

Ciò che si vede e si percepisce è un vero e proprio amore tra artista e materiale, che si completano perfettamente per creare qualcosa di assolutamente unico e perfetto.

Oyashio, Shayna Leib, 2007. Foto di Jaime Young.
Oyashio, Shayna Leib, 2007.
Foto di Jaime Young.

Credits: Shayna Leib

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