Tante prese elettriche, lampadine e neon “illuminano” le opere di Valentin Ruhry. La luce è infatti uno dei maggiori temi affrontati e realizzati dall’artista austriaco.
Una luce sempre controllata e che trova il proprio spazio, senza mai sconfinare. A volte più debole, per illuminare piccole parti, come se evidenziasse precisi dettagli e zone. A volte più intensa, come quella dei neon, volta a creare disegni regolari. La modulazione della luce è importante tanto quanto le sculture e i relativi processi.
Un’altra caratteristica fondamentale è l’essenzialità dei materiali industriali e quotidiani. Dal design semplice e pulito, gli oggetti sono sempre presentati in forma minimale. Singoli o modulati, non troviamo (quasi) mai più di due pezzi diversi accostati insieme. All’artista piace infatti esaminare gli aspetti estetici e formali dei singoli oggetti, isolandoli e rendendoli protagonisti.
Ci sono poi sculture che potrebbero esser definite surrealiste. Surrealismo che va oltre anche alla fisica in generale. Non solo oggetti impossibili, ma anche leggi fisiche impossibili. Opere che vanno oltre la realtà ma che mantengono toni formali, senza sconfinare nella fantasia e nel sogno. Le forme sono sempre pulite, il design semplice, la composizione armonica. L’artista riesce a far apparire qualcosa di irrazionale assolutamente reale e possibile.
Credits: Valentin Ruhry, Ignant, Christine Koenig Galerie, Churchmag