Trasformazione, ripetizione e, soprattutto, matite colorate: gli ingredienti preferiti di Lionel Bawden, scultore australiano. Nell’immaginario collettivo le matite colorate rimandano ai disegni su carta, molto spesso infantili, ma l’artista è voluto andare oltre.
Materiali sottili e colorati, le matite si prestano perfettamente ad essere intagliate e assemblate a formare figure amorfe. Questi piccoli oggetti quotidiani si trasformano completamente sotto la mano dell’artista, creando disegni geometrici che rimandano all’arte Islamica.
Ci sono anche influenze evidenti dal mondo della natura, quali le forme di stalagmiti o spugne marine, fino ad arrivare a riferimenti dell’arte vera e propria, come gli orologi molli di Dalì o la ‘Colonna senza fine’ di Brancusi.
Le singole matite sono lavorate una ad una, tagliate, levigate e poi incollate insieme. Ogni scultura è formata da migliaia di pezzi, comportando tanta pazienza ma anche tanta abilità. L’artista immagina la scultura finale passando poi per diverse prove ed errori prima di ottenere ciò che si auspicava.
Un lavoro complicato quindi, molto lungo e per niente facile, come invece sembra apparire. Ma Bawden non si perde mai d’animo, giocando anche con le parole per stupire ancora di più il pubblico. Le sue mostre hanno infatti titoli ambigui, come ‘New Works on Paper’, che rimandano a rappresentazioni grafiche, a lavori su carta realizzati con matite colorate o con qualsiasi altro strumento da disegno.
Credits: www.lionelbawden.com, WideWalls, Hi Fructose, It’s Nice That