Molto importante è il gioco delle identità in Annette Messager. Questa donna e artista, nata in Francia nel 1943, è cresciuta infatti in un periodo e ambiente artistici dove erano ancora gli uomini e la loro arte a farla da padroni. Un’arte comunque tradizionale, sempre devota alla bellezza delle pitture e delle sculture.
Ma la nostra artista è voluta andare oltre, contrapponendo all’ufficialità di queste arti il quotidiano. Ha scelto oggetti della vita di tutti i giorni, oggetti “bassi” per alienarli e trasportarli nel mondo “alto”. Se una donna può essere anche artista allora anche cose quotidiane possono essere arte. Ecco riassunti l’eccezione e il ribaltamento delle parti compiuto dalla Messager.
Non volendo quindi imitare i modelli maschili dominanti si è lasciata andare alla ricerca di una modalità espressiva autentica, dettata anche dal suo essere collezionista. Troviamo quindi nelle sue opere un grande accumulo di cose, un insieme di oggetti che formano tracce della memoria dell’artista, un tracciato del suo vissuto, del suo io, degli stereotipi incollati alla sua persona.
Nei suoi lavori è anche da notare un aspetto comune e ripetuto, ovvero la frammentazione. Niente è intero, niente è totale, aggettivi e attributi che, anzi, spaventano l’artista. Tutto appare frammentato, l’insieme è sempre formato da tante piccole cose, come lei stessa non è solo donna, solo artista o solo collezionista, ma tutto insieme. Tante piccole parti sono accostate per formare un tutto assolutamente completo, ma frammentato.
Un’altra costante è l’angoscia. Non sempre le parti di un tutto formano qualcosa di armonico, come non per tutti accostare donna e artista funzionava. Con queste identità, con la libertà di espressione presa e con la combinazione tra arte “alta” e oggetti “bassi” decide di realizzare allora ulteriori contrasti all’interno delle sue opere. Opere in cui il quotidiano, così familiare e accomodante, diventa minaccioso. Dove l’immaginario infantile dei giochi si riempie di ansie e paure. Dove l’inconscio assume la dimensione dell’incubo.
Credits: Donne nell’arte – Annette Messager, Artiste/Lo zoo fantastico di Annette Messager